Modesti capanni costruiti sulla sabbia, erosi dal vento e dal sale, frustati dalla bora e accarezzati dallo scirocco. Lì a subire gli effetti del tempo, lì a raccontare della loro doppia vita: luoghi per pennichelle e cocomeraie con gli amici di giorno e garçonnières dei poveri di notte.[…] Oggetti semplici, che nulla hanno a che vedere con le lamiere contorte e disordinate degli insediamenti abusivi. Hanno una leggerezza emblematica, queste immagini, che rubano a Medusa, attraverso lo specchio della fotocamera, una visione non pietrificata del mondo. E’ quella “leggerezza” che descrive Italo Calvino nelle sue Lezioni americane, che meglio si avvicinano alla grazia di queste Ville dei sogni, una leggerezza pensosa e mai frivola.
Vilbres Rabboni
Da Un modo ordinato e semplice di guardare il mondo, introduzione a Ville dei sogni, Ravenna, 2006, Danilo Montanari Editore.